Recentemente è stato pubblicato sulla rivista The Lancet*il primo studio prospettico di follow-up a lungo termine che utilizza le cellule staminali mesenchimali del cordone ombelicale per il trattamento della sindrome da SARS-Cov-2 grave.
Negli studi precedenti è stata testata l’efficacia e la sicurezza delle cellule staminali mesenchimali del cordone ombelicale (UC-MSC) come terapia aggiuntiva per pazienti con COVID-19 con grave danno polmonare (Shi L., Huang H., Lu X., et al. Effect of human umbilical cord-derived mesenchymal stem cells on lung damage in severe COVID-19 patients: a randomized, double-blind, placebo-controlled phase 2 trial. Signal Transduct Target Ther. 2021;6(1):58). Lo studio recentemente pubblicato ha dimostrato che la somministrazione di UC-MSC determina un miglioramento delle lesioni polmonari in pazienti con COVID-19 grave già dal 3 mese dal trattamento. Le UC-MSC aumentano il tasso di rimarginazione delle lesioni polmonari rispetto a quanto osservato nel gruppo di controllo. Un dato molto interessante riguarda il 17,9% dei pazienti nel gruppo MSC il quale aveva immagini di tomografia computerizzata (TAC) normali dopo 1 anno dal trattamento, mentre nessun paziente si è ripreso dal danno polmonare nel gruppo di controllo. Durante il periodo di follow-up di 12 mesi non sono stati osservati eventi avversi correlati all’infusione di MSC. L’incidenza degli eventi avversi e dei marcatori tumorali valutati era simile tra i gruppi MSC e placebo. L’incidenza dei sintomi era inferiore nel gruppo MSC rispetto al gruppo placebo ad ogni periodo di follow-up. Gli anticorpi neutralizzanti sono risultati tutti positivi, con un tasso di inibizione mediano simile (61,6% contro 67,6%) in entrambi i gruppi al mese 12.
È stato monitorato un altro importante parametro nel follow up a 12 mesi, il 6-MWD, esso fornisce informazioni sulla capacità funzionale, la risposta alla terapia e la prognosi in un’ampia gamma di condizioni cardiopolmonari croniche. Lo studio The Lancet ha indicato che i punteggi 6MWD erano più alti nei pazienti trattati con UC-MSC in ogni test trimestrale del follow up rispetto al gruppo di controllo. Considerato il miglioramento delle lesioni nei pazienti trattati con UC-MSC è stato ipotizzato che l’aumento del 6-MWD nei pazienti trattati con le cellule staminali potesse essere attribuito al ripristino della capacità di riserva polmonare.
In conclusione, lo studio dimostra che la somministrazione di UC-MSC esercita un effetto benefico a lungo termine sulle lesioni polmonari e sul sollievo dei sintomi, indicando che l’uso di UC-MSC come terapia aggiuntiva per i pazienti con COVID-19 grave è una scelta percorribile. Poiché la maggior parte dei pazienti gravi di COVID-19 soffre ancora di disabilità polmonare 12 mesi dopo la risoluzione virale, il beneficio terapeutico delle UC-MSC merita di essere valutato in studi futuri per pazienti convalescenti COVID-19 con grave danno polmonare.
Le terapie basate sull’utilizzo di MSC normalmente, soprattutto in Europa, utilizzano cellule autologhe (ovvero del paziente stesso) del midollo osseo, del tessuto adiposo o del cordone ombelicale. Tuttavia considerando che il processo di isolamento, coltura ed espansione in vitro e caratterizzazione delle MSC richiede in genere settimane, questo ridurrebbe la fattibilità di tale approccio terapeutico nei casi di pazienti COVID che necessitano di cure immediate. Conseguentemente, MSC come quelle derivanti dal cordone ombelicale (UC-MSC) consentono un trattamento tempestivo del paziente, intervenendo quindi quando la risposta immunitaria anomala è ancora reversibile. La possibilità di avere stock crioconservati di UC-MSC, che mantengano il loro potenziale e siano pronte all’uso, è certamente una strategia praticabile ed efficace nei trattamenti terapeutici contro malattie acute a insorgenza rapida come il COVID-19.
* fonte: Shi L, Yuan X, Yao W, et al. Human mesenchymal stem cells treatment for severe COVID-19: 1-year follow-up results of a randomized, double-blind, placebo-controlled trial. EBioMedicine. 2022;75:103789. doi:10.1016/j.ebiom.2021.103789