Il sangue del cordone ombelicale della sua sorellina Zoey ha dato al suo fratellino Brodie una nuova vita.
Nel dicembre 2018, Brodie è stato uno dei primi bambini, in Australia, a ricevere il sangue del cordone ombelicale come trattamento per la paralisi cerebrale. Ha partecipato alla sperimentazione clinica ACTRN12616000403437 resa possibile da una partnership tra l’organizzazione no-profit Cerebral Palsy Alliance ed una banca di sangue del cordone ombelicale australiana.
La paralisi cerebrale è la disabilità fisica infantile più comune al mondo, colpisce 2 nati vivi ogni 1.000. Può influenzare il movimento, il tono muscolare, la sfera cognitiva e la coordinazione in vari modi. Non ha una cura nota, ma si spera che gli studi clinici che utilizzano cellule staminali dal sangue del cordone ombelicale miglioreranno i risultati e quindi la vita dei piccoli pazienti.
Secondo sua madre Brenda, Brodie ha raggiunto tanti traguardi durante la crescita ma al tempo stesso tante erano ancora i suoi limiti, soprattutto a livello motorio: “Utilizzava più la mano destra rispetto a quella sinistra che rimaneva sempre dietro, debole ed inutilizzata” dice Brenda ma non sapevano il perché.
L’ictus prenatale
Dopo numerose visite mediche, la famiglia di Brodie finalmente apprese che il piccolo Brodie aveva subito un ictus prenatale, mentre era nel grembo materno. Una risonanza magnetica del cervello di Brodie rivelò l’area colpita dell’ictus che aveva determinato la sua incapacità di controllare il lato sinistro del corpo. Brodie aveva solo 18 mesi… ed una paralisi cerebrale da emiplegia sinistra.
Un team di ricercatori e medici della Monash University in Australia sta lavorando per comprendere meglio i meccanismi della paralisi cerebrale e i modi in cui la terapia cellulare potrebbe aiutare. In un’intervista, il Prof. Graham Jenkin della Monash University ha spiegato: “Il lato paralitico causa delle disfunzioni soprattutto a livello motorio a distanza, in altre parole colpisce prevalentemente il movimento degli arti, gambe e braccia”.
Durante un viaggio dal dottore mentre era incinta della sorella di Brodie, Zoey, sua madre Brenda vide un opuscolo che avrebbe cambiato le loro vite. Era un opuscolo che pubblicizzava la sperimentazione clinica sul sangue del cordone ombelicale per la paralisi cerebrale. Prima di questo, Brenda non era consapevole del fatto che il sangue del cordone ombelicale potesse essere utilizzato per curare la paralisi cerebrale. Si è semplicemente seduta lì in clinica, sbalordita, a guardare l’opuscolo. Quel momento nella sala d’attesa del dottore ha portato alla partecipazione di Brodie al primo studio clinico in Australia che ha utilizzato il sangue del cordone ombelicale per curare 12 bambini con paralisi cerebrale accertata.
L’arrivo di Zoey
Quando Zoey è nata, il sangue del suo cordone ombelicale è stato raccolto e immediatamente inviato alla biobanca di prelievo e crioconservazione di cellule staminali cordonali, dove è stato processato e crioconservato. Successivamente, confermata la compatibilità, Brodie è andato al Royal Children’s Hospital per il trattamento del sangue del cordone ombelicale: una semplice infusione di preziosi globuli del cordone ombelicale della sua sorellina Zoey.
A poche settimane dalla trasfusione i genitori di Brodie, Brenda e Ben, iniziarono a vedere notevoli miglioramenti delle condizioni di Brodie: “In particolare abbiamo notato un netto miglioramento del tono e della forza muscolare del braccio sinistro che ha avuto un impatto significativo sulla sua vita. Prima di dicembre, avrebbe evitato i giochi del parco che richiedevano l’uso del braccio sinistro; ora non è più cosi” dice Brenda. “Ho anche notato una differenza nelle sue capacità intellettuali. È decisamente più brillante e coinvolgente dopo l’infusione.”
Nel video più in basso si può vedere Brodie correre attraverso un campo e calciare con la gamba sinistra un pallone da calcio. Si ritiene che l’infusione di cellule del sangue del cordone ombelicale migliori i sintomi della paralisi cerebrale riducendo l’infiammazione e il gonfiore nel cervello. Secondo il Prof. Graham Jenkin della Monash University, “la paralisi cerebrale, in fin dei conti, è una malattia infiammatoria. Il cervello si infiamma per vari motivi, che causano la paralisi cerebrale, e abbiamo dimostrato nei nostri studi preclinici che queste cellule aiutano a smorzare l’infiammazione”.
Lo studio clinico a cui si è iscritto Brodie era uno studio di fase 1 progettato per indagare sulla sicurezza delle infusioni di sangue del cordone ombelicale nei pazienti con paralisi cerebrale. Sebbene i risultati siano ottimi, resta da dimostrare che i miglioramenti di Brodie sono stati il risultato diretto del trattamento del sangue del cordone ombelicale. In Australia è in programma uno studio clinico di fase 2 di follow-up che coprirà un gruppo più ampio di partecipanti al fine di valutare l’efficacia e valutare ulteriormente la sicurezza della terapia del sangue del cordone ombelicale. Nel frattempo, il Prof. Jenkin e i colleghi di Monash Health stanno conducendo la sperimentazione clinica ACTRN12619001637134, il primo studio al mondo che tenta di prevenire la paralisi cerebrale trattando bambini pretermine nati prima della 28a settimana di gestazione. Quasi la metà dei bambini che sviluppano una paralisi cerebrale nasce prematuramente. Per aiutare a combattere questa statistica, il nuovo studio spera di ridurre la gravità della paralisi cerebrale somministrando ai bambini prematuri cellule ottenute dal sangue del proprio cordone ombelicale il prima possibile dopo la nascita.