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Più di 2.000 nuovi casi ogni anno in Italia: l’importanza di crioconservare le cellule staminali del cordone ombelicale per una soluzione concreta.

La diagnosi di Lisa

Il suo percorso medico inizia nell’agosto 2011 con una diagnosi di leucemia mieloide acuta (LMA). La LMA è una malattia che si sviluppa nel midollo osseo e progredisce velocemente, proprio per la velocità di progressione è detta acuta.

Il midollo osseo è un tessuto spugnoso contenuto all’interno delle ossa lunghe, dove hanno origine le cellule staminali, da cui si sviluppano le cellule che costituiscono la parte corpuscolata del sangue (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine).

Se nel percorso che porta le cellule staminali a diventare “adulte” subentrano errori e mutazioni, e i precursori dei granulociti vanno incontro a una trasformazione in senso tumorale, si origina la LMA.

I sintomi della LMA si manifestano precocemente e di solito la diagnosi viene effettuata poco dopo la loro comparsa. Tali sintomi sono spesso non specifici, stanchezza, perdita di appetito, sudorazione notturna e febbre. In seguito possono manifestarsi spossatezza e pallore legati all’anemia, un aumento del rischio di infezioni dovute alla riduzione dei globuli bianchi normali e sanguinamenti frequenti (anche a livello gengivale o nasale) legati alla carenza di piastrine. Tra i sintomi sistemici sono frequenti dolori muscolari e osteo-articolari diffusi, senso di malessere generale e perdita di peso. Inoltre, se la malattia si è diffusa in altri organi, si notano ingrossamento di milza, fegato e linfonodi e, se è stato raggiunto anche il sistema nervoso, possono verificarsi mal di testa e altri segni neurologici.

In base ai dati della Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM) si possono stimare più di 2.000 nuovi casi di leucemia mieloide acuta ogni anno in Italia: 1.200 tra gli uomini e 900 tra le donne. Nel nostro Paese rappresenta il 13 % delle leucemie tra i bambini di età compresa tra 0 e 14 anni.

LMA curata con cellule staminali

Il trapianto di cellule staminali

A quel tempo, Lisa aveva 28 anni e, insieme a suo marito Tom, e le sue tre figlie di 16 mesi, 3 anni e 5 anni conduceva una vita serena e felice. Ma ad un certo punto qualcosa si interruppe, la diagnosi di LMA cambiò le sorti della sua famiglia. A causa della natura aggressiva dell’AML, Lisa fu immediatamente inserita in lista per un trapianto di cellule staminali da midollo osseo. Ma dopo tanta attesa la brutta notizia: nessuno dei donatori di midollo osseo registrati risultava compatibile.

Il team di medici oncologi che assisteva Lisa decise allora si rivolgersi alle banche pubbliche di sangue cordonale e, poco dopo, si resero disponibili due sacche di cellule staminali cordonali compatibili.

Il 15 dicembre 2021 Lisa nacque una seconda volta!

Grazie al trapianto di sangue del cordone ombelicale, Lisa ha oggi la possibilità di godersi la sua famiglia: ammirare la sua bambina di 11 anni giocare a golf, tifare per la sua bambina di 13 anni alle partite di calcio e preoccuparsi per la “grande” di 16 anni che ora guida un’auto.

Lisa è grata per il duro lavoro svolto da tutti i professionisti della banca di sangue del cordone ombelicale che hanno reso possibile la sua “rinascita”.

Il momento di ricambiare

“Potrei non avere mai la possibilità di incontrare le due bambine le cui cellule sono dentro di me e ringraziare i loro genitori per aver deciso di crioconservare il sangue del cordone ombelicale, ma sono così felice che lo abbiano fatto – racconta Lisa – se non fosse per loro io ora non sarei qui a guardare i miei figli. Ora posso essere lì per loro mentre crescono… e per tutta la vita”.

Lisa sente che è giunto il momento di ripagare il dono della vita che ha ricevuto. Ora sostiene gli altri come lei, promuove la conservazione delle cellule staminali cordonali perché tutti meritano di avere la possibilità di salvarsi la vita. La storia di Lisa ci insegna che c’è sempre una strada percorribile, bisogna conoscerla, affidarsi alle persone giuste e se solo Lisa avesse avuto a diposizione le cellule staminali del sangue cordonale delle sue figlie i tempi di attesa si sarebbero notevolmente ridotti e avrebbe potuto riprendere in mano la sua vita fin da subito.

Fonte: https://parentsguidecordblood.org/en/news/lisa-maxson-story-celebrating-10-years-cancer-free-thanks-cord-blood-donors

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