Ogni anno vengono utilizzati numerosi campioni di cellule staminali proprie che si dimostrano salvavita per numerose patologie
Protagonista di questa storia, che riprendiamo dal blog del nostro direttore generale Luana Piroli,è la cura di un bimbo di 4 anni affetto da leucemia linfoblastica acuta, di tipo B cellulalre, attraverso le sue cellule staminali riprogrammate.
Il merito è di un team di medici e di ricercatori dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, i quali hanno trattato il bimbo attraverso una terapia genica, in cui sono state manipolate e reindirizzate le cellule del sistema immunitario al fine di renderle capaci di riconoscere e attaccare il tumore.
E’ il primo paziente italiano sottoposto a questo metodo di cura e, dopo un mese dall’infusione delle cellule staminali riprogrammate, il bimbo sta bene ed è stato dimesso; nel suo midollo non risultano più presenti cellule leucemiche.
La metodica utilizzata è stata sperimentata con successo nel 2012 negli Stati Uniti, dai ricercatori dell’Università di Pennsylvania presso il Children Hospital di Philadelphia, su una bimba di 7 anni anch’essa affetta da leucemia linfoblastica acuta; da questo successo sono partite numerose sperimentazioni in tutto il mondo sino ad arrivare alla approvazione di qualche mese fa da parte della FDA (Food and Drug Administration) del primo farmaco a base di cellule staminali riprogrammate T.
La ricerca è molto importante!
La si fa in “sordina” con la speranza che possa diventare protagonista per il bene delle persone.
Le cellule staminali sono nostre alleate sin dai primi momenti di vita e si prendono cura del nostro organismo.
Un patrimonio biologico importantissimo.
La riprogrammazione delle cellule ci permette di trasformare ogni cellula del nostro corpo in una cellula staminale pluripotente.
Pratica frutto della sensazionale scoperta di Shinya Yamanaka che nel 2006 gli è valsa il premio Nobel in fisiologia e medicina: ha scoperto un nuovo modo per ‘riprogrammare’ cellule specializzate adulte in cellule staminali. Queste cellule cresciute in laboratorio sono pluripotenti –ossia possono produrre ogni cellule del corpo- e vengono chiamate cellule staminali pluripotenti indotte, o cellule iPS. In natura solo le cellule staminali embrionali sono per natura pluripotenti. La scoperta di Yamanaka significa che, in teoria, ogni cellula del corpo capace di dividersi può ora essere trasformata in una cellula pluripotente.