Il trapianto di cellule staminali emopoietiche di sangue da cordone ombelicale, eseguito entro 24 ore dall’infarto del miocardio, consente di migliorare la funzione ventricolare e la contrattilità del muscolo cardiaco.
Questo risultato è il frutto di anni di ricerca scientifica, oggetto di un interessante articolo proposto sul suo blog da Luana Piroli, presidente della Fondazione InScientiaFides e direttore generale dell’omonima biobanca.
Nel post è possibile trarre informazioni sia sulle caratteristiche di questa patologia sia sugli studi preclinici e clinici che hanno evidenziato come le cellule staminali possano contribuire a sostituire le cellule danneggiate del cuore.
La dottoressa Piroli, in particolare, illustra le peculiarità delle cellule staminali cordonali che le rendono adatte al trattamento dell’infarto del miocardio.
Questo è possibile perché hanno la capacità di riparare tessuti muscolari ed endoteliali grazie alle loro proprietà miogeniche e angiogeniche, ossia la capacità di sviluppare altri vasi sanguigni da quelli esistenti.
La ricerca scientifica però non si ferma ai risultati raggiunti e sono già in sperimentazione ulteriori tecniche, come il trattamento combinato di trapianto di cellule cordonali e terapia genica, o la sfericizzazione delle cellule staminali mesenchimali di sangue cordonale.
Infine, si fa riferimento al progetto BAMI (Bone MarrowCells in Acute MyocardialInfarction), finanziato dalla Commissione Europea e che coinvolgerà 3000 pazienti, relativo a un metodo sperimentale che prevede l’infusione direttamente nel cuore infartuato di cellule staminali del midollo osseo. L’obiettivo è di riuscire a ridurre di un quarto le morti da infarto.
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Ufficio Stampa InScientiaFides