Il diabete è una delle malattie più diffuse a livello globale, ma nonostante i significativi progressi scientifici compiuti dalla medicina, una vera e propria cura continua a sfuggire. Coloro che ne soffrono sono costretti a sottoporsi quotidianamente a iniezioni di insulina, il che, sebbene non comporti gravi effetti collaterali, può talvolta risultare scomodo e fastidioso, soprattutto quando si è fuori casa o non si dispone delle iniezioni necessarie.
Negli ultimi tempi, la comunità medica internazionale ha dedicato sforzi considerevoli per trovare alternative alle iniezioni giornaliere di insulina, con l’obiettivo di restituire una vita più libera dai disagi ai pazienti diabetici. Gli studi in questo campo sono numerosi, comprendendo ricerche su iniezioni a lunga durata e altri tipi di trattamenti come pillole, ma finora la periodicità delle terapie rimaneva un elemento comune. Tuttavia, uno studio condotto dall’Helmholtz Institute for Translational Stem Cell Research di Monaco di Baviera ha identificato una nuova prospettiva per affrontare il diabete, che va oltre il ricorso all’insulina, sfruttando le cellule staminali.
Lo studio sulle cellule staminali e il diabete
Questo studio tedesco potrebbe rappresentare una svolta nella lotta al diabete, dimostrando l’efficacia delle cellule staminali come terapia. Tuttavia, finora, i risultati delle ricerche sono stati limitati da un ostacolo significativo: dopo alcuni mesi di trattamento, il sistema immunitario dei pazienti tende a attaccare le cellule staminali. Un’ipotesi per superare questo problema prevede di indebolire le difese immunitarie del paziente attraverso trattamenti chimici, ma questa soluzione non è universalmente applicabile e potrebbe comportare rischi come infezioni e aumentare la suscettibilità al cancro.
Un’alternativa promettente è stata proposta dall’azienda farmaceutica Vertex. Secondo un altro studio, le cellule staminali potrebbero essere “incapsulate” in modo da renderle invisibili al sistema immunitario dei pazienti diabetici. Tuttavia, il principale svantaggio di questa teoria è la durata delle capsule contenenti le cellule staminali, che potrebbe richiedere trapianti mensili. Inoltre, inizialmente, tali capsule potrebbero avere costi elevati, spingendo i pazienti diabetici a preferire l’insulina giornaliera, più economica.
In definitiva, la ricerca sul diabete e l’utilizzo delle cellule staminali stanno apportando importanti progressi nella gestione di questa malattia cronica, ma rimangono sfide da superare prima di poter dire definitivamente addio all’insulina.
L’importanza della conservazione delle cellule staminali cordonali
Le cellule staminali ematopoietiche si possono ottenere dal sangue cordonale neonatale. In Scientia Fides conserva queste cellule all’interno della propria biobanca.
In Scientia Fides è una struttura sanitaria (Biobanca) che ha lo scopo di garantire un’assicurazione biologica a chiunque voglia avere nel tempo, per sé e per i propri figli, un’opportunità terapeutica e diagnostica, immediatamente disponibile attraverso la conservazione autologo-dedicata di cellule staminali adulte con particolare riferimento a quelle contenute nel sangue cordonale.
Attualmente consente a oltre 15 mila genitori di garantire per sé e per i propri figli un’opportunità terapeutica e diagnostica, immediatamente disponibile in ambito oncologico, immunologico e rigenerativo, attraverso la valorizzazione e l’impiego del potenziale biologico di cellule staminali, tessuti e principi derivati. Un impegno che ha portato a 2 brevetti depositati, numerose pubblicazioni scientifiche e una costante collaborazione con la Banca dei tessuti di San Camillo Forlanini di Roma, Ospedale Galeazzi di Milano, Fondazione San Raffaele, Ospedale Galliera di Genova, Coord Blood Bank di New York, Mayo clinic di Phoenix, IRIS di Londra e Università di Padova.
Grazie all’accreditamento FACTNetCord In Scientia Fides può rilasciare i campioni in tutto il mondo poiché collegati con tutti i centri di trapianto e diagnostici sia in Italia che all’estero. L’accreditamento FACTNetcord verifica e convalida l’eccellenza operativa della biobanca confermandone la sicurezza del prodotto lavorato e quindi disponibile per una infusione in caso di bisogno.