Sono definite terapie rigenerative cellulari (cell-based) con cellule staminali e rappresentano tra gli studiosi una forte speranza per curare le malattie neurodegenerative, tra le quali il Parkinson. Queste, oggi, sono patologie sulle quale, tramite farmaci o per via chirurgica, si riesce ad agire solo sui sintomi, ma non ad arrestarne l’evoluzione. La ricerca scientifica conta invece di approdare a cure più efficaci sfruttando, in particolare, le potenzialità delle cellule staminali mesenchimali che possono essere contenute nel midollo osseo e nel sangue del cordone ombelicale. Una volta inserite nel cervello, queste cellule avrebbero le potenzialità di produrre un effetto antinfiammatorio, riparatore delle cellule lesionati e protettivo. Per ora, tuttavia, come riportato in questi giorni su vari siti (Agipress), in occasione della Giornata Nazionale Parkinson il 30 novembre, le ricerche non hanno dato ancora i risultati sperati ma si prosegue sperando di risolvere le criticità del metodo. Dunque, si continua con gli studi e la ricerca pre-clinica.
“La ricerca e la sperimentazione necessitano di tempo – commenta Luana Piroli, presidente della Fondazione InScientiaFides – per tale motivo vanno sostenute, soprattutto quando partono da presupposti fondati, come le indiscusse qualità delle cellule staminali, per fini importanti come il contrasto delle malattie neurodegenerative, malattie purtroppo molto diffuse contro le quali ad oggi non esistono metodi di cura risolutivi. Raggiungere obiettivi ambiziosi nell’ambito della ricerca scientifica vuol dire dare spazio e risorse a talenti e idee, stimolare il confronto tra esperti, diffondere sapere e non temere il progresso. Azioni queste che come Fondazione ci vedono in prima fila, in un’ottica di sviluppo ma sempre nel rispetto delle persone”.Fonte: UfficioStampa InScientiaFides