In questi giorni si sta molto parlando di cellule staminali, in seguito anche ai servizi televisivi diffusi dal programma “Le Iene” che hanno contributo a diffondere ad un ampio pubblico queste tematiche.
Le vicende che ribalzano sulle cronache riguardano però bambini e adulti con gravi malattie degenerative, i cui familiari ricorrono ai Tribunali per consentirne il trattamento con cellule staminali secondo il metodo Stamina, metodo non legittimato però dalle autorità competenti italiane. Per superare tale situazione, si è ricorso alle “cure compassionevoli”, espressione diventata di dominio pubblico. Di fronte a questi fatti crescono, però, anche le domande e i dubbi tra le persone.
“Molti genitori ci stanno chiamando chiedendoci se per ogni caso di utilizzo di cellule staminali si dovranno rivolgere al giudice – rivela il direttore generale della Biobanca InScientiaFides Luana Piroli -. Credo che occorra a questo punto fare un po’ di chiarezza: le cellule staminali contenute nel sangue cordonale vengono regolarmente utilizzate in Italia per tutte le patologie legate al sangue come le Leucemie, i Linfomi, i Mielomi, i Neuroblestomi ed altre ancora, in quanto tali protocolli sono stati validati e autorizzati scientificamente (vedi www.inscientiafides.com/video_importanza_cellule_staminali.html).”
“Le cure a cui devono essere sottoposti invece i bimbi presentati dal programma televisivo “Le Iene” – specifica la dr.ssa Piroli – sono definite “ compassionevoli” poiché si usano nel trattamento di malattie per le quali non esiste ancora una terapia validata e autorizzata neppure da protocolli sperimentali. E di conseguenza le Autorità sanitarie italiane nel rispetto delle normative vigenti e della tutela dei pazienti non possono concederle. Solo in queste situazioni, al momento, non resta che rivolgersi dunque a un’autorità giudiziaria che di volta in volta valuterà caso per caso. Credo che una riflessione su questi temi sia doverosa: non possiamo rischiare che norme superate dal dinamismo della ricerca risultino troppo strette e insensibili a famiglie drammaticamente coinvolte, costringendole ad un iter burocratico che risulta spesso anche ingeneroso e insensibile verso la loro condizione”.
Fonte: Ufficio Stampa InScientiaFides