Il Giudice del Tribunale del lavoro di Venezia Margherita Bortolaso ha disposto in via definitiva che a Celeste si continuino le infusioni con cellule staminali donate dalla madre, “da considerarsi quale cura compassionevole, prevista dal decreto ministeriale Turco-Fazio”.
Celeste è una bambina di due anni affetta da atrofia muscolare spinale (morbo di Werdnig-Hoffman), la quale era stata sottoposta a tale trattamento all’ospedale di Brescia ma l’Aifa a maggio, in seguito a inchiesta che coinvolge la onlus Stamina Foundation, lo aveva bloccato. I genitori della piccola, assistiti da legali e dal pediatra, si erano rivolti al tribunale di Venezia, dove il giudice Bortolsao il 22 agosto scorso aveva invece concesso il trattamento con un’ordinanza, ma era un provvedimento provvisorio in attesa di acquisire altre informazioni. Adesso, però, è giunta l’Ordinanza che stabilisce in via definitiva al trattamento con staminali adulte per Celeste. Nell’ordinanza il giudice rileva come: “Secondo l’Aifa il trattamento in questione, di cui è stata bloccata la somministrazione, non costituisce sperimentazione clinica, bensì rientra tra gli interventi di terapia avanzata a uso non ripetitivo. Il trattamento in questione – aggiunge il giudice – costituisce, in assenza di valida alternativa terapeutica, l’unico possibile mezzo di rallentamento della evoluzione della malattia neurodegenerativa, a esito infausto, da cui è affetta la piccola”.
La definizione di cura compassionevole toglie ogni dubbio e conferma la tesi degli avvocati della famiglia di Celeste, che si opponevano a quella della “sperimentazione” sostenuta dall’Agenzia del Farmaco (Aifa). “La famiglia Carrer e i suoi legali – hanno fatto sapere gli avvocati – esprimono piena soddisfazione per quella che è da ritenersi una legittima tutela di un diritto costituzionalmente garantito, e cioè il diritto alla salute”. “Applicheremo quanto ordinato”, fanno sapere dall’ospedale di Brescia, dove Celeste era stata ricoverata lo scorso 24 agosto, mentre per il Governatore del Veneto Luca Zaia: “Il provvedimento apre anche un nuovo scenario riguardante la questione dei farmaci salvavita. È una vergogna che persone debbano andare all’estero dove sono in vendita farmaci testati che non sono ancora nella disponibilità italiana”.
Fonte: Ansa.it